Europa (e Italia) ancora vulnerabili al morbillo
- 20 Feb 2007 alle 11:51:00
reso noto che un’epidemia di morbillo ha colpito nel 2005 più di 4000 bambini,
uccidendone 10. Nella sola città di Costanza si sono registrati più di mille casi e la metà erano bimbi di età inferiore a un anno.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) precisa che in molti Stati della
Regione europea, e non solo in quelli meno evoluti, non si è raggiunta una situazione ottimale circa il controllo del morbillo. Nel 2004 in Austria, Belgio,
Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Svizzera e Turchia la copertura è stata inferiore
all’85%, 10 punti percentuali al di sotto degli obiettivi fissati. Inoltre all’interno di quei Paesi ci sono notevoli difficoltà di accesso alla vaccinazione da parte di soggetti deboli, minoranze etniche o religiose e di comunità rurali. L’OMS della Regione europea ha anche proposto nell’ottobre 2005 la prima settimana di
immunizzazione in sei Stati membri (Bielorussia, Irlanda, Serbia e Montenegro,
Tajikistan, Macedonia e Sud Tirolo in Italia) con lo scopo principale di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’importanza che a tutti i bambini sia offerta l’opportunità di essere vaccinati contro il morbillo. Altri dati danno ragione della difficoltà incontrata in Europa dalla campagna di eradicazione
del morbillo: i Paesi che hanno riportato una incidenza inferiore a uno su un
milione (uno dei criteri per l’eliminazione del morbillo) sono sì passati da 13 nel
2001 a 27 nel 2004, ma rappresentano poco più della metà (il 52%) degli Stati
europei. L’incidenza della malattia è diminuita del 92% negli ultimi 10 anni, ciò nonostante nel 2004 sono ancora stati riportati 27.000 casi di morbillo. Focolai
epidemici negli ultimi 4 anni si sono ripetuti in 13 Stati membri; il 50% dei casi importati in Paesi della Regione europea provenivano da altri Stati della medesima Regione. E, infine, il 37% dei casi statunitensi tra il 1997 e il 2003 è stato di provenienza europea.
(NIV 2.1.2006)
uccidendone 10. Nella sola città di Costanza si sono registrati più di mille casi e la metà erano bimbi di età inferiore a un anno.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) precisa che in molti Stati della
Regione europea, e non solo in quelli meno evoluti, non si è raggiunta una situazione ottimale circa il controllo del morbillo. Nel 2004 in Austria, Belgio,
Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Svizzera e Turchia la copertura è stata inferiore
all’85%, 10 punti percentuali al di sotto degli obiettivi fissati. Inoltre all’interno di quei Paesi ci sono notevoli difficoltà di accesso alla vaccinazione da parte di soggetti deboli, minoranze etniche o religiose e di comunità rurali. L’OMS della Regione europea ha anche proposto nell’ottobre 2005 la prima settimana di
immunizzazione in sei Stati membri (Bielorussia, Irlanda, Serbia e Montenegro,
Tajikistan, Macedonia e Sud Tirolo in Italia) con lo scopo principale di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’importanza che a tutti i bambini sia offerta l’opportunità di essere vaccinati contro il morbillo. Altri dati danno ragione della difficoltà incontrata in Europa dalla campagna di eradicazione
del morbillo: i Paesi che hanno riportato una incidenza inferiore a uno su un
milione (uno dei criteri per l’eliminazione del morbillo) sono sì passati da 13 nel
2001 a 27 nel 2004, ma rappresentano poco più della metà (il 52%) degli Stati
europei. L’incidenza della malattia è diminuita del 92% negli ultimi 10 anni, ciò nonostante nel 2004 sono ancora stati riportati 27.000 casi di morbillo. Focolai
epidemici negli ultimi 4 anni si sono ripetuti in 13 Stati membri; il 50% dei casi importati in Paesi della Regione europea provenivano da altri Stati della medesima Regione. E, infine, il 37% dei casi statunitensi tra il 1997 e il 2003 è stato di provenienza europea.
(NIV 2.1.2006)