Anno. 2008, Volume. 15, N. 6, Pag. 248

Pratiche ospedaliere a confronto

Effetti su allattamento, ansia, depressione postpartum e alcune caratteristiche del bambino
Laura Valenari, Leonardo Speri, Sabrina Bonichini
Dottore in Psicologia dello Sviluppo e dell’intervento nella scuola; Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione, Università di Padova; Psicologo-psicoterapeuta, coordinatore Task Force BFH, Comitato Italiano per l’UNICEF, Responsabile Ufficio Educazione alla Salute, ULSS 20 di Verona

Comparing Hospital Practices on breastfeeding, anxiety, post partum depression and child’s characteristics
Objective The evaluation of hospital practices (rooming-in, skin to skin) on both mother and infant well being. Well being criteria for mothers were: sleep and rest, subjective pain, anxiety level, depression risk, coping. Child’s criteria: growth, Apgar scores, jaundice, sooth ability level.

Methods Longitudinal study on 71 dyads divided in two groups: 34 dyads from a Baby Friendly Hospital (H1) (OMS/UNICEF guidelines) and 37 dyads from hospitals not following OMS/UNICEF guidelines (H2). The research has been carried out only with Italian mothers, considering the most possible number of physiological births (1/34 of Cesarean Section, CS, in H1; 11/37 of CS in H2). Mothers were interviewed at hospital discharge and after 6 weeks with the semi-structured STAI scale (State-Trait Anxiety Inventory). After 6 weeks the Edinburgh Postnatal Depression Scale, a crying schedule, a second interview and a questionnaire regarding soothing strategies were all submitted to mothers.

Results There were non statistically significant differences regarding socio-economical variables. Considering the mothers’ answers, some aspects regarding the pathway are more stressed: the type of hospital assistance (16/34 in H1; 25/37 in H2); skin to skin after delivery (21/34 in H1; 17/37 in H2), family help (21/34 in H1; 17/37 in H2), a quiet family environment (16/34 in H1; 21/37 in H2). Quantitative analysis shows the following significative differences: 85.3% of infants in H1 were fully breast-fed, compared to 32.4% of infants in H2; 97.1% of natural births in H1 (17% of CS in the last years); 70.3% in H2 (25% of CS in the last years); 97.1% of mothers in H1 stayed with their children immediately after birth, compared to 2.9% in H2; 88.2% of mothers in H1 practised total rooming-in compared to 2.9% in H2. After six weeks in H1 more mothers breast-fed (any breastfeeding) their infants even if the difference in the trend isn’t significant (H1: 85.3% full breastfeeding at hospital discharge to 60.6% of any breastfeeding after six weeks; H2: 32.4% of full breastfeeding at hospital discharge to 37.1% of any breastfeeding after six weeks). Significant is the difference in sooth ability and crying (H1: 3% of infants show difficulties compared to H2: 20% of infants). No significant differences regarding anxiety levels and risk of depression. 

Discussion Good hospital practices as rooming-in and skin to skin immediately after delivery are able to influence breastfeeding and the infant’s behaviour. What really influences the different rates of breastfeeding after 6 weeks? That is a good question that probably has many different answers.

Obiettivo Scopo dello studio: valutare l’effetto di alcune pratiche ospedaliere (rooming-in, contatto pelle a pelle) sul benessere soggettivo e oggettivo della madre e del bambino. Criteri di benessere per la madre: presenza di sonno e riposo, percezione di dolore, livello di ansia, rischio di depressione, coping. Per il bambino: peso, indice di Apgar, ittero, pianto, livello di consolabilità. 

Metodo Ricerca longitudinale su 71 diadi madre-bambino dopo il parto, divise in due gruppi a seconda del luogo di degenza: 34 presso un ospedale “Amico dei Bambini” OMS/UNICEF (H1) e 37 presso un ospedale senza queste caratteristiche (H2). Si è cercato di raccogliere il numero più alto possibile di nati a termine con parto vaginale di madri italiane disponibili alla intervista. Nello stesso periodo i tagli cesarei sono risultati 1 su 34 in H1 e 11 su 37 in H2. Le diadi sono state reclutate nel reparto maternità delle strutture ospedaliere durante il 1° trimestre 2006. Una seconda intervista è stata fatta dopo sei settimane, ma non è stata completata nell’intero campione. L’intervista era semistrutturata con somministrazione della scala STAI (State-Trait Anxiety Inventory). Dopo sei settimane sono stati somministrati ancora una intervista, la scala STAI, la Edinburgh Postnatal Depression Scale, il diario del pianto e un questionario sulle strategie di consolazione adottate dalla madre. 

Risultati Non ci sono differenze significative per le variabili socio-economiche indagate (età, titolo di studio e professione dei genitori). La frequenza delle risposte dimostra che alcuni aspetti del percorso vengono maggiormente sottolineati: il tipo di assistenza ospedaliera (16 mamme su 34 in H1; 25 su 37 in H2); l’aiuto familiare (12 mamme in H1; 18 su 37 in H2); il pelle a pelle subito

dopo il parto (21 mamme su 34 in H1; 17 su 37 in H2); infine la tranquillità del contesto familiare (16 mamme su 34 in H1; 21 su
37 in H2). L’analisi quantitativa mostra le seguenti differenze significative: in H1 l’85,3% dei bambini è stato allattato al seno in
maniera esclusiva durante la degenza, mentre in H2 solo il 32,4%; in H1 si è registrata una percentuale del 97,1% di parti natu- rali (media annuale parti cesarei -TC- relativa agli ultimi anni: circa 17%) rispetto al 70,3% di H2 (media annuale TC relativa 
agli ultimi anni: circa il 25%); il 97,1% delle madri ha tenuto vicino il proprio bambino subito dopo il parto presso H1, contro il 2,9% di H2. Dopo sei settimane, nei nati in H1 c’è una maggiore presenza di allattamento “naturale” (esclusivo+predominante), anche se la differenza nell’andamento fra i due gruppi non risulta essere significativa (H1 dall’ 85,3% esclusivo alla dimissione al 60,6% “naturale” dopo sei settimane; H2 dal 32,4% esclusivo alla dimissione al 37,1% “naturale” dopo sei settimane). Considerevole risulta la differenza nel livello di consolabilità dei bambini e nella quantità di pianto: risulta difficile da consolare il 3% dei bambini presenti in di H1, il 20% invece di quelli in di H2. Non significative differenze per livello di ansia e rischio di depressione postpartum dopo il parto e dopo sei settimane. 

Discussione Le pratiche ospedaliere possono influire sulla scelta della madre per l’allattamento al seno e sul comportamento successivo del lattante. Vengono discusse le motivazioni che influiscono su questi risultati.


Quaderni acp 2008_15(6)

Bimestrale di informazione politico culturale e ausili didattici dell'Associazione Culturale Pediatri

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ISSN: 2039-1374

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