Ospedale: cala il fatturato del pubblico; cresce quello del privato
- 15 Nov 2008 alle 06:50:00
Secondo uno studio della Università Cattolica del Sacro Cuore, nell’anno 2005 il ricovero in assistenza ospedaliera per acuzie ha dato un fatturato complessivo di 35,1 miliardi di euro. Il ricovero per riabilitazione ha fruttato 982 milioni di euro per 350.000 assistititi a fronte di un aumento di ricoveri del 31%.
Negli anni 2001-2005 il fatturato per acuzie del pubblico è passato dall’81% al 78,7% (-2,3%). Consensualmente quello del privato è passato dal 18,9% al 21,3% (+2,3%). Nel periodo indicato i presidi ospedalieri delle ASL (447 nel 2005) hanno perso il 6% dei ricoveri, quelli delle Aziende ospedaliere (83 nel 2005) il 4%. Le strutture private for profit (Case di cura private Aiop: 380 nel 2005) hanno aumentato del 19% il numero dei dimessi. I ricoveri dei presidi privati non profit (cioè associati ARIS, Associazione religiosa istituti sociosanitari: 44 nel 2005) e altri di ispirazione cattolica (12 nel 2005) li hanno aumentati dell’8%.
Complessivamente il prodotto dei DRG è aumentato del 4,6% in 5 anni nonostante una riduzione del numero dei ricoveri dell’1%. È evidentemente cresciuta la valorizzazione (vera o opportunistica, chiediamo noi?) dei DRG con un aumento del loro peso. Lascia sospetti il fatto che il peso dei DRG del servizio pubblico non sia cresciuto, mentre è cresciuto quello del privato (vedi episodio Santa Rita di Milano): quello dell’Aiop è cresciuto del 24,2% con una produzione di 792 milioni di euro in più; quello degli associati ARIS e altri di ispirazione cattolica del 13,2% (+137 milioni di euro).
La quota pubblica nelle Regioni varia dal 98% della Basilicata al 55% del Lazio.
La Campania ha la maggiore incidenza del privato profit (22% dei dimessi) e la Lombardia ne ha il 17%. La componente non profit di ispirazione cattolica ha il 27% nel Lazio, seguita da Puglia (13%), e Lombardia (9%) (Il Sole24ORESanità 5-18/8/2008).
Negli anni 2001-2005 il fatturato per acuzie del pubblico è passato dall’81% al 78,7% (-2,3%). Consensualmente quello del privato è passato dal 18,9% al 21,3% (+2,3%). Nel periodo indicato i presidi ospedalieri delle ASL (447 nel 2005) hanno perso il 6% dei ricoveri, quelli delle Aziende ospedaliere (83 nel 2005) il 4%. Le strutture private for profit (Case di cura private Aiop: 380 nel 2005) hanno aumentato del 19% il numero dei dimessi. I ricoveri dei presidi privati non profit (cioè associati ARIS, Associazione religiosa istituti sociosanitari: 44 nel 2005) e altri di ispirazione cattolica (12 nel 2005) li hanno aumentati dell’8%.
Complessivamente il prodotto dei DRG è aumentato del 4,6% in 5 anni nonostante una riduzione del numero dei ricoveri dell’1%. È evidentemente cresciuta la valorizzazione (vera o opportunistica, chiediamo noi?) dei DRG con un aumento del loro peso. Lascia sospetti il fatto che il peso dei DRG del servizio pubblico non sia cresciuto, mentre è cresciuto quello del privato (vedi episodio Santa Rita di Milano): quello dell’Aiop è cresciuto del 24,2% con una produzione di 792 milioni di euro in più; quello degli associati ARIS e altri di ispirazione cattolica del 13,2% (+137 milioni di euro).
La quota pubblica nelle Regioni varia dal 98% della Basilicata al 55% del Lazio.
La Campania ha la maggiore incidenza del privato profit (22% dei dimessi) e la Lombardia ne ha il 17%. La componente non profit di ispirazione cattolica ha il 27% nel Lazio, seguita da Puglia (13%), e Lombardia (9%) (Il Sole24ORESanità 5-18/8/2008).